Audizione RL - Laffranchi (MI)

 

Intervento del MMG, dott. MAURIZIO LAFFRANCHI (MI) alla audizione della III Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia

Mercoledì 23 febbraio 2022

 

 

“Buongiorno, il mio compito è quello di illustrarvi il valore del ruolo clinico del medico di medicina generale, oggi.

Vorrei fare alcune affermazioni rigorose ma al tempo stesso esporle in modo non astratto; quindi cercherò di calarle dentro il contesto della realtà pratica della nostra professione.

La parte clinica del nostro lavoro è poco conosciuta e poco misurabile ma ha obiettivamente un valore decisivo. Attualmente un medico di medicina generale con 1500 pazienti può avere in un anno fino a 15.000 contatti con gli assistiti e può fa da 2000 a 2500 visite frontali.

Ma cosa ne è di questo rapporto che lega il medico al cittadino nella fiducia? Se siamo qui oggi a parlarne è perchè da tempo i medici di famiglia si sono trovati nella impossibilità a svolgere con serenità il proprio ruolo clinico. Questo ha generato una enorme sofferenza in tutta la categoria, che è sfociata in una crisi ed in una protesta.

Occorre che tutti i soggetti che collaborano al sistema sanitario vedano con chiarezza i criteri che giustificano la nostra esigenza di avere uno spazio adeguato per curare il rapporto personale con i propri assistiti.

Come ho detto vorrei dare rigore alle mie affermazioni, ma per renderle più comprensibili cerco ora di farvele immaginare dentro il contesto reale del nostro lavoro quotidiano. Quindi vi accennerò a situazioni tipiche che viviamo quotidianamente in ambulatorio. I nomi dei pazienti sono di fantasia.


“Cara signora Vittoria, ho ascoltato con attenzione, abbiamo fatto una bella visita a cuore e polmoni. Finalmente abbiamo capito meglio questo suo problema di salute e, come le ho spiegato, si tratta ora di scegliere il percorso migliore per arrivare ad una diagnosi e ad una cura”.

Qui vi parlo della capacità del medico di famiglia di inquadrare rapidamente tantissimi casi secondo un criterio di esperienza e di appropriatezza.

 

“Caro signor Fernando, ci conosciamo da più di dieci anni e, come abbiamo visto insieme, dai dati che conservo in ambulatorio sulla mia cartella posso dire fin d’ora che gli accertamenti necessari sono questi; possiamo invece evitare di ripetere questi altri esami che già conosciamo e abbiamo registrato. Lasci perdere questo farmaco consigliatole, perché abbiamo già visto che le fa alzare pericolosamente la pressione”.

E qui vi parlo di un criterio di economia e accuratezza.

 

“Cara signora Olga, mi rendo conto che questo problema, nel contesto della sua famiglia, ha bisogno di un affronto più globale: di questo ci occuperemo nelle prossime visite, cercando con pazienza aiuti adeguati”.

E qui vi parlo di un criterio non solo sanitario e umano, perché il medico di medicina generale è anche un importante ammortizzatore sociale.

 

“Cara signora Fatima, dato che fa fatica con la nostra lingua, ora le spiego meglio e in parole semplici come verrà fatto questo accertamento e perché è importante per lei; le spiego anche, con calma, come deve prendere questa terapia, perché voglio essere sicuro che lei non faccia errori”.

E qui si realizzano nello stesso momento un criterio scientifico, uno economico ed uno di equità, perché è solo in un rapporto chiaro e empatico che il paziente coglie il collegamento tra ogni prestazione sanitaria e il suo valore per la propria persona.

 

“Cara signora Elena, per gli accertamenti e le cure le dò questi consigli; invece per compilare il modulo passiamo il compito alla segretaria; quella fornitura, poi, non occorre più rinnovarla perché le verrà consegnata ogni tre mesi fino a quando darò io l’ordine di sospenderla”.

E qui vi parlo dei tanti, tantissimi criteri organizzativi.

 

"Caro signor Pino, il suo problema di oggi era semplice e lo abbiamo messo a posto. Ma già che era qui ho visto che la sua pressione è un pò troppo alta. Le dò uno schema semplice con i principali consigli per una dieta sana e le ricordo che è più di un anno che non fa gli esami di controllo. La invito a tornare con gli esiti, così rivediamo la situazione e magari riesco a convincerla a smettere di fumare".

E qui parlo di un criterio di prevenzione secondo una strategia di opportunismo sensibile.

 

"Carissimo signor Michele, la sua è una malattia veramente seria, ma in questa prova non dobbiamo mai mollare, quindi innanzitutto le assicuro che sono qui per aiutarla e per collaborare con i colleghi dell'ospedale che la stanno curando bene. Ci risentiamo presto per fare tutto il necessario".

In situazioni così difficili e drammatiche si riassume la capacità del medico di trovare un giusto equilibrio tra tutti i criteri citati prima.

 

Ecco, questi erano esempi di lavoro quotidiano. Non so come si possa essere creato l'equivoco del medico di famiglia che lavora solo tre ore al giorno: vi dico che per tenere questi standard dieci ore al giorno sono appena sufficienti.

Ora spero vi sia un po' più chiara la situazione che vive ogni giorno il medico di famiglia. Vi sono insomma aspetti importanti della nostra professione che non si possono misurare direttamente ma solo trasmettere, e questa trasmissione è decisiva per la corretta esecuzione di ogni prestazione sanitaria.

Negli ambulatori dei medici di famiglia va così, con i limiti imposti dal sistema e naturalmente - non siamo ingenui - anche dai limiti personali. Però è palese che moltissimi colleghi fanno fatica a mantenere questi standard e molti perdono le motivazioni per resistere alla tentazione di andarsene. 

Se la politica e i decisori ascolteranno questo feedback dalla realtà quotidiana del nostro lavoro, troveranno motivi per dare al medico di famiglia il giusto tempo per stare al fianco del cittadino utente.

Siamo di fronte a importanti cambiamenti. Per dare uno sviluppo armonico alla riforma della sanità occorre un dialogo tra gli attori che porteranno avanti questo immane lavoro di analisi e proposta. Se chi organizza e chi realizza lavorerà in sintonia capiterà di vivere insieme cose nuove che di giorno in giorno faranno capire meglio come portare avanti questa irrinunciabile riforma del territorio.

L'ultima parola che vi rivolgo con fermezza e grave preoccupazione è la parola "formazione". Ogni passo di questo dialogo e di questa collaborazione verticale deve avere come urgenza profonda la sollecitudine per chi entra nella nostra professione e deve essere sostenuto, formato e accompagnato.

  

Gentili consiglieri, concludendo perdonatemi se vi ho rappresentato in modo un po' teatrale il mistero buffo del Medico di famiglia. Spero di avervi in qualche modo un pò colpito e convito che non si tratta di un mistero e nemmeno di una cosa buffa. Ho cercato in breve di colmare lo spazio tra l'idea del medico di famiglia e la realtà del medico di famiglia.

Il management della sanità oggi è ubriacato dalla illusione di descrivere tutto con dati informatici. Invece, per non perdere il contatto con la cittadinanza occorre una figura che media tra programmazione e bisogno reale del malato.

Passo la parola ai colleghi che cercheranno di spiegare come sia possibile ridurre al medico di medicina generale le incombenze inutili per dare spazio all’ascolto e alla cura degli assistiti.

Grazie della vostra attenzione e buon lavoro.”


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